Infezioni e Malattie che Causano la Calvizie
- Scritto Da Cecilia Cecilia
- AGO 29, 2019
- |
- 17 minuti di lettura

Quali sono le malattie che provocano la calvizie?
Abbiamo già parlato di alopecia in generale e delle sue manifestazioni più comuni: androgenetica e areata. Abbiamo anche scritto un articolo sulla perdita dei capelli post gravidanza. Ma, una volta per tutte, quali sono le malattie e le infezioni che portano alla caduta dei capelli?
In questo articolo parliamo di tutte le malattie che scatenano l’alopecia, dalle infezioni più comuni dello scalpo a malattie che provocano alopecie cicatriziali irreversibili.
Cominceremo con le infiammazioni poiché, oltre all’alopecia areata o a quella androgenetica sono le cause più comuni di perdita dei capelli. In seguito parleremo di una malattia della pelle che provoca un’alopecia o più alopecie cicatriziali e perciò irreversibili. Per finire, parleremo dei pidocchi, una volta causa delle rasature complete del capo, per disinfestare la zona, ma ormai debellabili grazie a specifici trattamenti.
Partiamo con le infiammazioni più comuni che provocano la calvizie.
LE INFIAMMAZIONI CHE CAUSANO CALVIZIE
Le infiammazioni che provocano la calvizie in uomini e donne sono per lo più causate da agenti esterni di carattere micotico o batterico.
Per capirci meglio, parliamo di funghi e batteri.
Quali sono le infiammazioni più comuni che causano la perdita dei capelli?
La Follicolite
Come suggerisce il nome, la follicolite è un’infiammazione che interessa principalmente il follicolo ed è causata solitamente da batteri, funghi o virus.
Bisogna distinguere due tipi di follicolite: quella superficiale e quella profonda. Nel primo caso, sparisce autonomamente dopo qualche giorno. Nel secondo caso, la si debella soltanto con l’intervento di apposite medicine.
Come si manifesta?
- Arrossamento e ispessimento della pelle alla base del fusto del capello, in corrispondenza del follicolo.
- Comparsa di lesioni simili a brufoletti.
- Sensazione di prurito e, più raramente, di dolore.
Le lesioni sono variabili per dimensioni e numero. Nelle fasi più acute tendono a formarsi grandi granulomi che inglobano il follicolo e le ghiandole sebacee. Col passare degli anni e l’aggravarsi della della follicolite stessa, essi possono distruggere il follicolo con conseguente fibrosi più o meno estesa.
In alcuni casi, statisticamente più negli uomini che nelle donne, si verifica un tipo di follicolite denominata decalvante. Una volta guarite le pustole, al loro posto lasciano una cicatrice. In questo caso, l’infiammazione danneggia i follicoli irrimediabilmente e li porta all’impossibilità di produrre altri peli o capelli.
Cause
Le cause più comuni sono:
- Un eccessiva sudorazione.
- Malattie infiammatorie della pelle, come dermatite o acne.
- Produzione eccessiva di sebo.
- Attriti continui e/o prolungati sulla pelle (come rasatura, specialmente se contro pelo).
- Uso prolungato di antibiotici.
- Lesioni della pelle post intervento chirurgico.
- Malattie che riducono la capacità dell’organismo a resistere alle infezioni, come diabete, leucemia, HIV...
- Utilizzo di accessori che soffocano la pelle e impediscono la traspirazione.
- Obesità.
È possibile contrarre una follicolite anche a causa del contatto con batteri, funghi o virus.
Il battere più comune è lo stapphilococcus, che approfitta della vulnerabilità di un cuoio capelluto sul quale sono stati effettuati trattamenti troppo aggressivi. Tuttavia, l’agente patogeno dello stapphilococcus non è stato ancora completamente definito.
Cura
La terapia consiste nello sradicare il battere, fungo o virus responsabile dell’infiammazione stessa attraverso l’impiego di un trattamento farmacologico.
È bene ricordarsi di non utilizzare prodotti troppo aggressivi per l’igiene dei capelli.
Abbiamo parlato della follicolite, di come si contrae e come si cura.
Passiamo adesso a un’altra infiammazione del cuoio capelluto che si può verificare anche in altre parti del corpo. La Tigna.
La Tinea Capitis
Conosciuta anche con il nome di tigna, la tinea capitis è un’infezione micotica, data cioè dalla contrazione di funghi patogeni.
Di solito si tende a dire a chi si gratta la testa che ha la tigna. Tuttavia, è un’infezione ben più complicata di un semplice prurito al cuoio capelluto.
Infatti, il fungo responsabile di questa patologia è un parassita delle strutture cheratinizzate della cute. Ovvero si deposita dove la pelle produce cheratina, perciò nei capelli e più specificamente nei follicoli.
Qui, li indebolisce a poco a poco, con la conseguenza di non creare più capelli o di crearli deboli e che si spezzano al minimo trauma.
Come si manifesta?
Chi soffre di tigna avverte un forte prurito, bruciore e a volte anche dolore alla cute, solitamente, appunto, al cuoio capelluto.
Attacca lo strato superficiale della cute, l’epidermide e causa arrossamenti a macchie su di essa con forma ad anello irregolare e bordo leggermente rialzato.
In corrispondenza di queste macchie la pelle è secca, squamosa e nei casi più gravi si presentano anche pustole piene di pus.
I capelli cadono e quelli ancora attaccati al bulbo si presentano opachi e si spezzano al più piccolo trauma.
Se curata subito, la tigna non lascia una calvizie permanente.
Diverso è il caso in cui in corrispondenza delle macchie arrossate si formi un ascesso rotondeggiante coperto di pustole. Se questo ascesso dovesse cicatrizzarsi, porterebbe a un’alopecia permanente.
Come si contrae?
La tinea capitis è un’infezione altamente contagiosa, per questo è più comune tra i bambini in età scolare che negli adulti.
La si può contrarre sia per contatto con altre persone infette o per contatto con animali portatori sani della stessa.
Essendo altamente contagiosa, è sconsigliato scambiarsi effetti personali come spazzole, asciugamani, cuscini, con chi è affetto da questa infezione dell’epidermide.
Come si cura?
È inutile dire che la prevenzione sia la cura migliore per questa infezione, ma non solo di questa.
- Evitare luoghi affollati dove l’igiene è scarsa sembrerebbe un consiglio facile ed efficace da seguire.
- Stare attenti alla propria igiene personale e agli effetti personali, come spazzole, cuscini, accessori per capelli, asciugamani eccetera.
- Quando si va in piscina o in palestra, è buona regola portare sempre i propri asciugamani e spazzole o pettini.
Contratta la malattia cosa possiamo fare?
Se notate tutti i sintomi descritti sopra, contattate il vostro medico. Sicuramente saprà indicarvi che cura seguire o lo specialista a cui rivolgervi.
Nel caso in cui la diagnosi venga ritenuta possibile, viene effettuato un test dal dermatologo tramite prelievo di materiale biologico della zona infetta che verrà poi esaminato al microscopio.
Accertato che si tratta di tinea capitis, il passo successivo è quello di verificare il giusto trattamento, variabile a seconda dello stadio della malattia, il tipo di fungo e il responso immunologico del paziente.
Verrà utilizzato sicuramente un antimicotico topico o per via sistemica.
In alcuni casi, si prescrive anche un cortisonico per alleviare bruciore e dolore.
Queste sono le infiammazioni più comuni che causano la perdita dei capelli in bambini, uomini e donne.
Le cure possono rivelarsi estremamente efficaci, se si prende l’infiammazione subito e non la si fa evolvere in qualcosa di più grave.
Parliamo ora di una malattia la quale patogenesi è ancora sconosciuta, nonostante si siano fatte delle ipotesi su cosa la può scatenare.
LE MALATTIE CHE CAUSANO ALOPECIA
A parte l’alopecia areata e androgenetica di cui abbiamo già ampiamente parlato in blog precedenti, esistono altre malattie che causano una perdita di capelli abbondante e alcune di esse sono cicatrizzanti. Distruggono perciò il follicolo rendendogli impossibile la creazione di nuovi capelli.
Tra queste, la più conosciuta, anche se interessa soltanto da 0,4 a 2,5 persone su 1000 abitanti, è la sclerodermia localizzata.
La Sclerodermia Localizzata
Questa malattia rara nota come sclerodermia è una malattia cronica di tipo autoimmune, dove il sistema immunitario del paziente in questione attacca i propri tessuti.
È da distinguere rispetto alla sclerodermia sistemica. La prima, infatti, coinvolge la pelle, mentre la seconda riguarda anche organi interni come polmoni, intestino, esofago...
In particolar modo, nel caso della sclerodermia localizzata, coinvolge le cellule della pelle aumentando eccessivamente la produzione di collagene.
L’eccessiva produzione del collagene porta a una riduzione del tessuto elastico adiposo, creando un fenomeno di atrofia che vede la scomparsa progressiva di peli o capelli, ghiandole sudoripare e sebacee.
Come si manifesta?
La sclerodermia localizzata è presente più nelle donne che negli uomini e con un rapporto di 3:1. Si manifesta attraverso la comparsa sulla pelle di una o più chiazze o linee di colore rosso-violaceo o avorio, accompagnate solitamente da prurito.
Nel giro di qualche settimana o di qualche mese, la pelle s’ispessisce e, come abbiamo detto prima, si verifica la perdita di capelli, peli e altri annessi cutanei come ghiandole sudoripare e sebacee.
Si può verificare una chiazza unica piccola o grande o più chiazze per tutto il corpo che tendono a confluire in un’unica lesione che copre un’estesa porzione di pelle.
Per quanto riguarda la sclerodermia lineare, invece, la malattia si presenta non a chiazze, ma come suggerisce il nome a linee.
Quest’ultimo tipo di sclerodermia interessa soprattutto i bambini ed è localizzata negli arti inferiori, superiori, al torace, all’addome, ai glutei, al cuoio capellutto e alla fronte. Si presenta con lesioni indurite, ma anche depressa, poiché coinvolge la pelle più in profondità può arrivare anche a interessare muscoli, tendini e perfino le ossa sottostanti.
Quando la si contrae nel volto o nel cuoio capelluto, viene chiamata ‘a colpo di sciabola’ per la sua tipica forma appunto depressa, simile a quello che potrebbe essere una cicatrice lasciata ad un’arma da taglio.
Quali sono le cause?
I fattori causanti la sclerodermia localizzata sono ancora sconosciuti.
Si pensa che in alcuni casi possa associarsi a una malattia infettiva causata dal morso della zecca, chiamata borreliosi.
Tuttavia, la maggior parte delle volte non si riesce a trovare il motivo scatenante questa malattia che ricade appunto nella sfera delle autoimmuni.
Come si cura?
Purtroppo, non essendo note le cause scatenanti la malattia, a oggi non esistono ancora terapie specifiche.
Esistono alcuni farmaci volti ad alleviare i problemi causati dalla malattia, ma non può guarire completamente.
Nel caso di sclerodermia a chiazze si procede attraverso creme o soluzioni topiche, per quanto riguarda la sclerodermia estesa, invece, viene prescritta solitamente anche una terapia da assumere per via sistemica orale o attraverso iniezioni.
I farmaci utilizzati sono soprattutto cortisonici e immunosopressori. Il sole sembra peggiorare la situazione della malattia, perciò si consiglia sempre di usare protezioni contro i raggi solari ed evitare l’esposizione nelle ore più calde del giorno.
Inoltre, siccome le porzioni di pelle attaccate da sclerodermia perdono le ghiandole sebacee e quindi anche la lubrificazione naturale alla quale sarebbero sottoposte, è necessario utilizzare crema emolliente e idratante per evitare la desquamazione e il prurito associati a questa condizione.
Nel paragrafo sopra abbiamo parlato della sclerodermia lineare, una malattia di origine autoimmune della quale non si sanno ancora le cause scatenanti. Passiamo ora ad altri fattori che potrebbero provocare la caduta dei capelli, come il morso del pidocchio.
ALTRI FATTORI CHE POSSONO CAUSARE PERDITA DEI CAPELLI
Pediculosi
L’infestazione causata dai pidocchi è nota con il nome di pediculosi.
I pidocchi sono dei piccoli parassiti lunghi dai 2 ai 4 mm privi di ali e con 6 zampette che si trovano nei peli e capelli umani e nelle pellicce degli animali.
Questi insettini sono di colore nero, mentre le uova sono più piccole di 1 mm, ma bianche perla. Essi si nutrono del sangue, succhiandolo dalla pelle. Mentre mordono il cuoio capelluto, rilasciano un liquido orticante che è leggermente anestizzante, perciò fa in modo che non ci possa rendere conto subito dell’infestazione e delle punture a danno della cute dell’ospite.
A causa del prurito, si potrebbe andare incontro a gravi escoriazioni che potrebbero indebolire il follicolo pilifero con la conseguente perdita di capelli.
Come si manifesta?
L’infestazione dei pidocchi si manifesta con un grande prurito soprattutto dietro le orecchie e nella zona della nuca.
Una prova a sostegno della pediculosi e il ritrovamento delle uova sui capelli. Esse sono bianche e piccole più di 1 mm, ma facilmente distinguibili dalla forfora, poiché quest’ultima può essere semplicemente eliminata, mentre le uova rimangono attaccate ai capelli.
La pedicolosi si contrae per contagio. Diversamente da quanto si pensa, i pidocchi non saltano! È solo una voce di corridoio. L’unico modo in cui si entra in contatto con essi è attraverso l’utilizzo di oggetti infetti, come spazzole, asciugamani o altri accessori per capelli.
Come si cura?
Una volta appurato che il prurito alla testa sia effettivamente causato da questi animaletti esapodi, si procede in un unico modo: attraverso una disinfestazione.
Si utilizzano prodotti specifici volti all’eliminazione di questi insetti sul capo acquistabili in farmacia. Fatevi consigliare dal vostro medico.
Dopo aver passato il trattamento, si devono pettinare i capelli con un pettine a denti molto stretti o, meglio, un pettine specifico per la rimozione dei pidocchi.
Si consiglia di ripetere il trattamento per almeno 3 volte ogni 3-4 giorni, sempre sotto consiglio del proprio medico e seguendo quello che trovate scritto nel foglietto illustrativo del prodotto.
Quando si riscontra la pedicolosi, è bene utilizzare solo le proprie spazzole, i propri asciugamani e accessori per i capelli e di lavarli a 60 °C per disinfettarli completamente.
E con i pidocchi terminiamo il nostro articolo sulle malattie e le infezioni più comuni del cuoio capelluto. No dai, speriamo che nessuno di voi abbia i pidocchi!
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Nell’augurarvi una buona giornata, ci salutiamo anche.
Il mio contratto con Lordhair è finito e finché non ci sarà un altro italiano a lavorare qui, purtroppo non troverete più articoli in italiano in questa sezione.
Grazie a tutti per il vostro sostegno!

