Perché gli uomini italiani sono più soggetti alla calvizie?
- Scritto Da Lordhair Esperto di Capelli
- GIU 16, 2025
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La calvizie maschile è un fenomeno molto diffuso in tutto il mondo, ma in Italia il problema della perdita dei capelli sembra colpire gli uomini con frequenza particolare. Nel nostro Paese, non è raro vedere uomini che iniziano a notare un diradamento dei capelli già attorno ai 30 anni, specialmente sulle tempie e in alcuni casi sulla sommità del capo.
Ma perché questo succede proprio in Italia? È una questione genetica oppure ci sono altri fattori in moto?
In questo articolo, analizzeremo le cause che rendono in qualche modo gli uomini italiani più soggetti alla calvizie rispetto al resto del mondo.
A cosa è dovuta la calvizie?
La calvizie maschile si definisce in gergo tecnico alopecia androgenetica. Anche se esistono altre cause per la perdita dei capelli, l’alopecia androgenetica è la forma più comune di calvizie negli uomini. Il meccanismo che causa la caduta dei capelli è in parte genetico e in parte ormonale. Riguarda, in particolare, il diidrotestosterone, un derivato del testosterone. Questo ormone ha dei recettori sui follicoli piliferi. Ciò che succede con l’avanzare degli anni è che sempre più diidrotestosterone si lega ai follicoli piliferi causando l’indebolimento, e rallentando la crescita dei capelli. E’ proprio questo il meccanismo alla base della perdita dei capelli legata all’avanzare dell’età.
Quanti uomini soffrono di calvizie in Italia?
Si stima che, nel mondo, circa il 50% degli uomini soffra di alopecia androgenetica. E per quanto riguarda l’Italia?
In Italia, la percentuale non cambia. Tuttavia, la calvizie negli uomini italiani sembra comparire ad un’età più giovane rispetto agli uomini di altre popolazioni. Nel nostro Paese, come dicevamo, la famosa “stempiatura” si manifesta spesso già a 25 anni e diventa evidente a 30. Nel resto del mondo, invece, in genere gli uomini non hanno problemi di calvizie fino ai 40 anni.
Fattori genetici: l’eredità mediterranea
Come abbiamo accennato, l’alopecia androgenetica è causata da fattori ormonali e genetiche. Analizziamo per primi i fattori genetici.
Perché alcuni uomini sono più soggetti ad alopecia androgenetica e altri meno? Sono molti i fattori in gioco ma uno dei più importanti è quello genetico o, in termini di più facile comprensione, quello legato alla familiarità. Un soggetto il cui padre, zio, e nonno hanno sofferto di calvizie, ha molte più probabilità di perdere i capelli rispetto ad un uomo i cui familiari non hanno mai manifestato questo problema.
Nel caso degli uomini italiani, sembra esserci una predisposizione ereditata che li rende più vulnerabili all’alopecia. Le ricerche scientifiche in merito hanno addirittura evidenziato quali sono i geni coinvolti, e il principale responsabile è il gene AR, trasmesso dalla madre al fischio maschio. In Italia – e in realtà anche in tutte le popolazioni dell’area mediterranea – sembra essere più comune una variante del gene AR che rende i recettori più sensibili al diidrotestosterone, responsabile dell’indebolimento dei follicoli.
C’è anche un altro fattore genetico in gioco: il patrimonio genetico mediterraneo è caratterizzato da una maggiore produzione di testosterone rispetto ad altre popolazioni. La maggiore concentrazione di testosterone può contribuire alla maggiore sensibilità al diidrotestosterone.
Analizzare i fattori genetici significa considerare anche quelli ormonali in quanto, come abbiamo visto, i fattori genetici influenzano la concentrazione di due importanti ormoni coinvolti nella salute del follicolo pilifero.
Altri fattori da considerare
Alimentazione
Uno degli aspetti che differenzia di più la cultura italiana da tutte le altre è quello dell’alimentazione. Per questo ci si chiede se la dieta mediterranea possa avere un ruolo nella maggiore frequenza con cui si manifesta la calvizie negli uomini italiani.
Sappiamo che l’alimentazione può influenzare gli equilibri ormonali. La dieta mediterranea, tuttavia, è considerata una dieta molto salutare e di sicuro non influenza negativamente gli equilibri ormonali per aggravare l’alopecia androgenetica. In Italia come nel resto del mondo, però, l’alimentazione è cambiata. Si osserva, infatti un crescente consumo di alimenti ultraprocessati, zuccheri raffinati e grassi saturi. Questi sì che sono fattori che possono aumentare i libelli di infiammazione e alterare l’equilibrio endocrino.
Altri fattori legati all’alimentazione che possono incidere sull’attività ormonale e favorire la calvizie sono il consumo eccessivo di carne rossa, latticini e alcol.
L’alimentazione che sta cambiando anche in Italia, quindi, non può essere assolutamente identificata come la causa primaria della maggiore frequenza di calvizie tra gli uomini italiani. Possiamo però affermare che essa abbia un ruolo nell’aggravare la progressione della calvizie, soprattutto in presenza di una predisposizione genetica.
Fattori ambientali
Anche i fattori ambientali – come l’inquinamento atmosferico – possono influire sulla salute dei capelli. In Italia, le grandi città – come Milano, Roma, Torino e Napoli – registrano livelli di inquinamento molto elevati. Anche l’esposizione prolungata ai raggi UV può alterare il microambiente del cuoio capelluto, causando la perdita dei capelli.
Anche questi sono fattori che possono contribuire a creare condizioni favorevoli a una perdita di capelli prematura. La causa principali, tuttavia, resta la predisposizione genetica.
Conclusione
La calvizie è un fenomeno complesso, che negli uomini italiani sembra manifestarsi con maggiore frequenza e precocità rispetto ad altri contesti. Le cause principali risiedono nella predisposizione genetica tipica delle popolazioni mediterranee, in particolare nella presenza di varianti del gene AR che rendono i follicoli piliferi più sensibili al diidrotestosterone (DHT), l’ormone responsabile della miniaturizzazione dei capelli. A questo si aggiunge una maggiore produzione naturale di testosterone, altra caratteristica comune tra gli uomini italiani.
Ma non è tutto: anche fattori esterni come l’alimentazione moderna – sempre più ricca di alimenti processati – e l’inquinamento ambientale presente nelle grandi città italiane, contribuiscono ad aggravare la situazione, accelerando i processi infiammatori e ormonali alla base della perdita dei capelli. Tuttavia, è importante ricordare che questi elementi agiscono soprattutto come aggravanti, mentre la causa primaria della calvizie nell’uomo resta legata al patrimonio genetico.
Conoscere i meccanismi che portano alla perdita dei capelli è il primo passo per affrontare il problema in modo consapevole, anche grazie alle numerose opzioni di trattamento oggi disponibili. E se la genetica non si può cambiare, è comunque possibile intervenire su stile di vita, alimentazione e salute del cuoio capelluto per rallentare la progressione della calvizie e mantenere più a lungo la salute dei propri capelli.
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